Radio Bullets

Radio Bullets wants you!

Ve lo dico già: questa è solo la prima richiesta diretta che riceverete da me quest’anno. Ce ne saranno probabilmente altre. Perché da produttrice di contenuti arriva il momento di dire: bellissimi i complimenti e i riconoscimenti, ma pagheresti per farmi continuare o i contenuti sono belli finché sono gratis?

Vi chiedo di finanziare Radio Bullets, di cui io curo la rubrica dal Sud dell’Africa e presto non solo quella (manteniamo il mistero ancora per qualche settimana).

Ve lo chiedo perché è un’informazione fatta bene da professioniste/i che conoscono il mondo che raccontano.

Se non ci credessi io per prima non ve lo chiederei. E se non credessi in Radio Bullets non sarei andata in onda ogni settimana da quasi un anno, ovunque mi trovassi. Ogni settimana ho cercato di aprire una finestra in italiano là dove c’è un muro spessissimo. Una settimana con la cultura, un’altra con l’attualità, un’altra con l’ambiente o con l’economia. Ho fatto ricerche, domandato, scritto, tradotto, registrato, montato.
Ho investito un anno di lavoro in Radio Bullets, ho fatto quello che si dice “put my money where my mouth is”.

Radio Bullets vi permette di conoscere storie come quelle di Ismail Lagardien che ci racconta cosa abbia significato essere un fotoreporter “non-bianco” durante l’apartheid. 


Ora è il vostro turno: se vi interessa davvero l’informazione su mondo, invece di cliccare “Mi piace” fate una donazione, non importa quanto piccola.

(Se invece Radio Bullets non vi piace, aiutate tutta la squadra di a capire cosa c’è che non va, scriveteci!)